Nel cuore della Valle dei templi di Agrigento, visitando il giardino dell’antica Akragas, la Kolimbetra, puoi scoprire che c’è una città sotterranea sotto i magnifici templi dorici.
Da oltre un anno l’associazione speleologica “Agrigento sotterranea” ci porta nelle viscere dell’antica Akragas, la greca Agrigento, in un ambiente naturale di una bellezza unica e di grande suggestione, “magico e misterioso all’interno di una valle che non ti aspetti ma che ti rapirà per sempre il cuore”.
Un percorso sotterraneo realizzato nel V sec. a.C , scavato interamente dall’uomo ed aperto finalmente alla fruizione dei turisti che arrivano nella Valle dei Templi di Agrigento.
Un reticolo fitto, intricato, realizzato, secondo la tradizione, da uno dei più grandi ingegneri dell’antichità, l’agrigentino Feace, che guido migliaia di schiavi cartaginesi fatti prigionieri nella storica battagli di Imera, con cui Akragas e Siracusa sconfissero insieme la potente Cartagine.
Gli ipogei dovevano raccogliere e condurre ogni singola goccia d’acqua che veniva dalla superficie, in un’area vastissima, in cui le abitazioni, massimo ad un elevazione, non erano ostacolo alla pioggia ed allo scorrimento della stessa.
Alimentava la vasca e il giardino della Kolimbetra
L’ipogeo della Kolimbetra in particolare alimentava una grande piscina ove gli akragantini allevavano pesci e anche volatili, secondo la testimonianza di Diodoro Siculo. Alla Kolymbetra sboccano ben diciotto ipogei che ancora oggi sono usati per l’irrigazione del Giardino che è curato dai volontari del FAI (Fondo italiano per l’ambiente) ed è tra i siti più visitati delle Valle dei Templi.
Percorrere l’ipogeo della Kolimbetra insieme alle guide è facile anche per un bambino. Si procede per 185 metri lungo un pianoro calcarenitico, in un ambiente fresco e asciutto, caratterizzato da un habitat estremamente suggestivo per la presenza delle lame di carbonato di calcio che rivestono le pareti calcarenitiche, che le trasformano nel paesaggio tipico di grotta.
Lungo le volte e le pareti interne della galleria si osservano deboli stillicidi e concentrazione di calcare stalattitico di straordinaria bellezza. Il suolo presenta anche stalagmiti. Si può dire che costituiscono un vero e proprio museo dell’idraulica antica, un patrimonio di civiltà ancora da scoprire e valorizzare. Tutto ciò si deve al fatto che la splendida Valle dei Templi poggia su spessi strati alternati di calcarenite, detta comunemente “tufo”, e di argilla. La calcarenite è permeabile, l’argilla è impermeabile, le gallerie quindi sono state costruite tra i due strati: il tetto e le pareti nella calcarenite, per consentire alle acque di penetrare nell’interno, il pavimento nell’argilla. Essi costituiscono una mirabile opera di ingegneria dell’epoca, la quale, senza i corredi tecnici odierni, fu comunque in condizione di individuare le proprietà delle rocce calcarenitiche e di ricavare da esse tanta acqua da porre Akragas e poi la romana Agrigentum nelle condizioni di divenire città altamente popolosa e ricchissima.
Il labirinto di Dedalo
I partecipanti alle frequenti escursioni vengono equipaggiati per intraprendere un viaggio che gli speleologi di “Agrigento sotterranea” illustrano dettagliatamente, passo dopo passo. Il visitatore scoprirà così le ricchezze naturalistiche del sottosuolo dell’antica Akragas.
Le guide ci ricorderanno che si parla degli ipogei dell’antica Akragas già nella mitologia. Si racconta infatti che Minosse, re di Creta, ordinò a Dedalo di costruire un enorme labirinto; alla fine, però, lo rinchiuse lì dentro assieme al figlio Icaro per non comunicare a nessuno la via di uscita. Dedalo riuscì a scappare costruendo delle ali di cera; portò con sé il figlio che però si avvicinò troppo al sole e morì. Dedalo invece, continuando il suo volo, riuscì ad arrivare alla corte di Kokalo, re dei Sicani. Qui costruì, su ordine del re, opere importanti come l’antica e fortificata Camico, città che precedette Akragas, e, sempre per volere di Kokalo, avrebbe ideato una serie di scavi, i cosiddetti sotterranei del Camico, in cui si potessero nascondere gli sterminati tesori del Kokalo.
La durata della visita è di circa 50 minuti e comprende il tour nel giardino e l’escursione nell’ipogeo.
Si arriva alla Kolimbetra e quindi al suo ipogeo da Porta Quinta, nella contrada Sant’Anna, dove è disponibile anche un parcheggio custodito.
Le visite guidate dal costo contenuto vengono svolte dal 01 Aprile al 15 Giugno il Sabato e la Domenica.
Dal 16 Giugno al 15 Settembre quotidianamente.
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